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Artigiani del Corallo

La lavorazione del corallo

La lavorazione del corallo che quasi tutti i popoli antichi consideravano munito di potere atropopaico e propiziatorio, ha origine remote tanto in Europa quanto in Asia ( XI sec a.C.) grazie alla facilità con cui lo si può incidere o tagliare.

Fra i manufatti antichi compaiono già piccole sculture, monili. Durante il rinascimento furono creati oggetti ornamentali di grande bellezza.

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Esiste una grande differenza nei criteri di lavorazione del corallo tra oriente e occidente.

In oriente prevale, il rispetto della struttura naturale, per cui gli oggetti in corallo mantengono la ramificazione originaria, assumendo un aspetto elaboratissimo. In occidente invece, prevalgono i principi della perfezione tecnica, spesso a detrimento della struttura naturale.

La lavorazione del corallo richiede tecniche e attenzioni ben specifiche.

Innanzi si distingue tra la lavorazione del liscio e dell'inciso: il liscio consiste nel creare oggetti lisci come sfere, l'inciso invece comporta piccole sculture sui coralli.

Le fasi di lavorazione del corallo sono: lavaggio, tagliatura, bucatura, rociatura, lucidatura, selezione e infilo.

Lavaggio: il corallo si immerge con acqua ed altri componenti nel 'buratto' così facendo la parte più giovane, cioè quella che non ha ancora calcificato il ramo, viene eliminata mentre rimane quella parte che rende il corallo rosso così come tutti noi lo conosciamo.

Taglio: Questa è una delle fasi più delicate e solitamente viene affidata a persone esperte, in quanto in base alla forma del corallo grezzo si stabilisce in che modo utilizzarlo. Il tagliatore studia il pezzo e già da subito ne sceglie il destino finale.

Una volta stabilito il risultato tramite il tipo di tagliatura da effettuare, si passa alla bucatura.

Corallo

Bucatura: si buca il corallo quando si vogliono creare gioielli. Per la foratura viene utilizzato uno antico e tradizionale strumento il 'fuso' ( archetto in legno con filo in tensione, dove sullo spago vi è un fuso al quale viene agganciato un ago).

Mediante la pressione della mano dell'operatrice sull'arco viene fatto ruotare il fuso; l'ago poggiato al filo buca il corallo da parte a parte, coadiuvato dall'acqua che diminuendo il calore riduce il rischio di spezzarlo.

Oggi si utilizzano anche trapani automatici o semiautomatici.

Il termine tecnico, in cui un cilindro di corallo diventa una pallina ,è la rociatura.

Rociatura: una volta forato, il cilindro di corallo, viene posto su appositi sostegni a contatto con scanalature che, lo levigano fino a che non arrivi ad assumere forma tonda.

Una volta lavorato, il corallo, si presenta opaco e con rigature in superficie, quindi deve essere lucidato.

Lucidatura: in passato per la fase di lucidatura venivano messi i coralli in una sacca di iuta con frammenti di corallo al grezzo, pomice e 'pulimento'(sostanza di cui non si conosce la composizione),e venivano strofinati per ore intere (la pupatella) su un tavolo di legno.

Oggi si usano soltanto i componenti del 'pulimento'inseriti insieme ai coralli in un buratto.

Ora il corallo è lucido e levigato pronto per essere selezionato e diventare gioiello o 'scultura'.

Il corallo, è un composto organico marino che dona protezione, pace e saggezza. Lo si trova di vari colori : nero, rosso (rosa, bianco), azzurro.

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